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La continua diffusione di Internet e dei social network ha comportato notevoli cambiamenti nel modo di vivere le varie relazioni, dal momento che si può comunicare con chi si vuole e quando si vuole anche a lunga distanza. Questo modo di comunicare, però, ha implicato anche il sorgere di problematiche legate all aumento di reati commessi attraverso la rete.
A questo proposito, un importante reato da considerare nel trattare i reati via Internet è quello della diffamazione, in quanto i social network sono diventati uno strumento molto diffuso da parte degli utenti per offendere facilmente altri utenti. Il normale reato di diffamazione è quello disciplinato dall art. 595 del codice penale, che considera un aggravante l uso dei social network, in quanto si tratta di un comportamento che permette di arrivare ad un numero illimitato di persone e in poco tempo. Infatti, si può riscontrare un sempre maggiore aumento dei casi di diffamazione in Internet, anche perché molti non comprendono che la realtà virtuale può essere molto concreta quando si tratta della velocità di diffusione dei messaggi che vi si scrivono. Parlando di diffamazione, inoltre, va anche considerato il caso in cui attraverso un account falso si offende qualcuno mediante Internet o i social network, al punto da commettere il reato di diffamazione aggravata anche nei casi in cui vengono fatte recensioni false che, quindi, possono provocare danni.
Molte, però, sono le situazioni nelle quali si fa una distinzione tra i reati commessi su Internet e quelli commessi attraverso Internet e, infatti, se i reati commessi su Internet sono i più frequenti, i reati commessi attraverso Internet sono di più e più complessi. In realtà, però, dal punto di vista legislativo, prima della legge del 1993 non esistevano norme specifiche relative ai reati via Internet, per cui il comportamento adottato era quello di estendere anche ai reati informatici le pene previste per i reati commessi al di fuori della rete.
Tra le maggiori novità che, però, hanno caratterizzato la legge del 1993 c è quella relativa all art. 615 ter del codice penale, che indica il reato di accesso abusivo ad un sistema informatico, un reato comune, nel senso che può essere commesso da chiunque abbia un minimo di conoscenze informatiche. Esso si può verificare sia nel caso in cui si entra in modo abusivo all interno di un sistema informatico protetto, sia nel caso in cui si rimane in questo sistema senza alcuna autorizzazione. In base a questo articolo, quindi, chi entra in maniera abusiva all interno di un sistema informatico protetto e vi rimane senza alcuna autorizzazione viene punito con la reclusione fino a tre anni.
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Con la legge del 1993, quindi, si è deciso di perseguire alcune specifiche fattispecie di reati, come quello relativo:
-alla riservatezza dei dati informatici;-all integrità dei dati informatici;-alla falsificazione dei sistemi informatici;-alle frodi informatiche.
La riservatezza dei dati fa parte dei reati contro la persona e contro la libertà individuale. L integrità dei dati, invece, viene disciplinata dall art 635 bis del codice penale e prevede che chiunque distrugga o danneggi dei sistemi informatici venga punito con la reclusione fino a tre anni. Le falsificazioni rientrano tra i reati contro la fede pubblica e sono disciplinate dall art. 491 bis del codice penale, che si riferisce ai documenti informatici, per i quali è più difficile verificarne l originalità. Nel caso di falsificazioni, si applicano le pene previste per i reati relativi alle scritture private e agli atti pubblici. Le frodi informatiche, infine, fanno parte dei cosiddetti reati contro il patrimonio e vengono disciplinate dall art 640 ter del codice penale, in base al quale chi altera il funzionamento di un sistema informatico o agisce sulle informazioni contenute in esso, per procurare benefici per sé o danni per altri, viene punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a milletrentadue euro.
È importante che chiunque venga arrestato per aver commesso dei reati via Internet contatti subito un avvocato penalista esperto in questo campo, in modo da avere il giusto aiuto nel percorso che dovrà intraprendere e nell eventualità di un processo. Anche se i reati commessi attraverso la rete non sono sempre facili da scoprire, risalendo al vero responsabile, con le dovute indagini si potrà venire a conoscenza di come siano andate veramente le cose e, quindi, decidere quale sia la migliore strategia da seguire per aiutare il proprio cliente. È, quindi, importante che l avvocato penalista valuti al meglio le prove esistenti che confermano la colpevolezza del proprio cliente, ma che faccia anche di tutto per cercare altre possibili prove che, invece, possano dimostrare la sua innocenza e, quindi, favorire la sua assoluzione. Questo significa che solo un bravo avvocato penalista può garantire questo, per cui è necessario affidarsi sempre a chi ha la maggiore competenza in questo campo.